Formazione
Parla Michelangelo Pistoletto. Un laboratorio per lumano
Uno dei più grandi artisti italiani ha tenuto una lectio magistralis alla facoltà di architettura di Pescara per lanciare unidea. Lha battezzata il "terzo paradiso".
Michelangelo Pistoletto la sua città ?giusta? se l?è già costruita, a casa sua. L?ha chiamata Cittadellarte – proprio così, tutta una parola – e l?ha aperta ad artisti e giovani creativi di tutto il mondo. Dando loro un compito: quello di ridisegnare un mondo possibile. Il grande artista, protagonista di quella fondamentale corrente che è stata l??arte povera?, ha l?aria e anche l?eleganza del magnifico utopista. Ma è convinto che le sue non siano affatto utopie. E con una pragmaticità impressionante passa di progetto in progetto, allargando via via il cerchio delle persone agganciate nel suo lavoro. In questi giorni sta lavorando in particolare al grande museo di Sarajevo, per il quale ha donato alcune opere e che dovrà essere il segno della definitiva rinascita di quella meravigliosa e martoriata città. E ha appena concluso un lavoro per uno spazio pubblico, il cortile del Palazzo di Giustizia di Pescara. In questa occasione ha tenuto una lectio magistralis alla facoltà di Architettura della città abruzzese in cui ha lanciato idee che ora rilancia in questa intervista.
La trasformazione sociale responsabile, crede Pistoletto, non è opera da lasciare su carta o nella testa di pensatori onesti. è un progetto da calare nella realtà. E per renderlo reale ci vuole l?immaginazione degli artisti e il senso pratico e risolutivo degli architetti. Sono loro i protagonisti di quel «laboratorio dell?umano» che è la grande fucina caparbiamente voluta, sostenuta e condivisa da Pistoletto.
Studium: Maestro, che cos?è questo «laboratorio dell?umano»?
Michelangelo Pistoletto: è un luogo di incontro che ha l?obiettivo di porre l?arte in presa diretta con ogni altra attività umana, dall?economia alla politica, dalla produzione alla religione. Nel concreto Cittadellarte è nata negli anni 90 a Biella, la mia città, in un complesso di edifici industriali dismessi. è una fucina di idee, nel quale l?arte non è più espressione autoreferenziale ma si apre all?interazione delle discipline sociali, economiche politiche e produttive. L?obiettivo è porre l?arte con i suoi linguaggi, compreso quello dell?architettura, al centro di una trasformazione sociale responsabile.
Studium: Ecco, l?architettura. Che compito le aspetta?
Pistoletto: Il discorso parte da lontano. Per secoli, almeno a partire dalla Firenze del 1400, l?architettura ha interpretato il suo ruolo di costruire un progresso artificiale: le città sono il segno più visibile di questo processo. Ma ora quel cammino è arrivato a un punto di crisi. La linearità è entrata in crisi. Le rette ortogonali della prospettiva, che rappresentavano l?avventura del progresso, si sono spezzate e l?architettura non riesce più a rappresentare lo stato attuale della società avanzata.
Studium: Nessuno ha tentato di rispondere a questa crisi?
Pistoletto: Sì, molta architettura attuale cerca di inseguire il vortice di elementi che si accavallano, si intrecciano e aggrovigliano: l?esempio più significativo è quello di Frank Ghery del suo Museo di Bilbao. Producono un mondo artificiale spezzato e contorto, come fosse un paesaggio naturale: ma il contenuto resta opposto. Infatti neanche questa architettura impedisce che si vada verso una collisione catastrofica tra il mondo artificiale e il mondo naturale. Infatti il sistema che alimenta la vita artificiale delle città è lo stesso che consuma, ammorba e dissecca la terra, assorbendone le risorse e inquinando l?atmosfera che la avvolge.
Studium: E per un giovane che oggi sceglie di avviarsi verso l?architettura che chance ci sono?
Pistoletto: Ce ne sono, eccome. Lo sforzo di noi tutti deve tendere a far convergere scienza e spiritualità verso una sfera comune, quella che ho chiamato il «terzo paradiso». Mi spiego. Il primo paradiso è il paradiso terrestre, quello naturale che precede il morso della mela. Il secondo paradiso è quello artificiale, che si è sviluppato ad opera degli esseri umani e che ha raggiunto nel tempo le dimensioni che conosciamo. Questo secondo paradiso è intriso di bisogni artificiali, comodità artificiali, piaceri artificiali.
Studium: E il terzo?
Pistoletto: Il terzo non è estraneo né al primo né al secondo, anzi vuole farli convivere al suo interno. Il terzo paradiso è quello in cui artificio e natura trovano un nuovo equilibrio. Sintetizza la necessità di integrare scienza, tecnologia e sistema civile con la vita della terra. Esprime il passaggio evolutivo che porta l?intelligenza umana a convivere con quella natura.
Studium: Quindi un paradiso non inteso in senso trascendente?
Pistoletto: Beh, è un concetto che ha anche una valenza spirituale ma non ha finalità religiose ed è assunto sul piano simbolico per dare senso all?impegno di unire arte e architettura a scienza, filosofia, economia e politica in un?opera comune di trasformazione sociale responsabile.
Studium: E il suo lavoro com?è stato cambiato da questa intuizione?
Pistoletto: Ho sempre cercato di individuare le vie che portano a questo processo di trasformazione. Per esempio con i quadri specchianti, nati agli inizi degli anni 60, ho sostituito la tela con lo specchio, ribaltando così all?indietro la prospettiva frontale e progressiva di matrice rinascimentale: lo specchio mostra davanti a noi ciò che ci sta dietro fisicamente nello spazio e idealmente nel tempo. Da allora la mia attenzione si è rivolta verso le responsabilità che vengono a noi dal passato. Così, attraverso una scelta di attività interdisciplinari, sono arrivato alla realizzazione della Cittadellarte, luogo d?incontro che riporta l?arte in rapporto con ogni altra attività umana.
Infofile
Csr e cooperative Se ne parla a Forlì con Aiccon
Sulla responsabilità sociale d?impresa oggi si concentra l?attenzione del dibattito economico. Nella lezione inaugurale del corso di laurea triennale in Economia e management delle imprese cooperative e organizzazioni non profit (università di Bologna, sede di Forlì) si affronterà questo tema da una particolare angolazione: quella delle imprese cooperative. Mario Salani, dell?università di Roma e dell?Aquila, presenterà il libro Responsabilità sociale cooperativa (Il Ponte), una ricerca svolta con Legacoop, Luciano Hinna e Lorenzo Sacconi. Il volume argomenta come la cooperazione abbia un vantaggio nella realizzazione di ?comportamenti responsabili?, visto che la responsabilità sociale sarebbe caratterizzante obiettivo e governance delle coop, e propone l?analisi di bilanci sociali. L?evento è realizzato con Aiccon per la rassegna I workshop del non profit. A confronto con l?autore, rappresentanti di Legacoop e Confcooperative.
Appuntamento: 18 marzo, ore 16 Forlì, piazza della Vittoria 15
Extrafile- Cosa succede domani
Africa in cattedra a Savona
L?Africa va in cattedra. Grazie a un?iniziativa della Provincia di Savona e dell?Unione regionale province liguri, una prima assoluta in Italia: è la Cattedra sull?Africa, un ciclo di otto seminari per «ridurre la distanza fra l?Africa e la nostra ignoranza su di essa», come anticipa a Studium Sergio Schintu, dell?ufficio cooperazione della Provincia. L?iniziativa parte come progetto pilota, con l?obiettivo di diventare un master universitario di primo livello. Ad aprire il ciclo, il 7 aprile presso il Campus universitario di Savona, sarà il giornalista Rai, Jean Leonard Tuadì, coordinatore didattico della cattedra, con il tema Africa o Afriche? Sguardo storico antropologico sul continente culla dell?umanità. I seminari proseguono alternando esperti africani e italiani, su diversi aspetti della vita del continente. Tra loro c?è anche Sergio Marelli (nella foto), presidente dell?Associazione ong italiane.
Info: Provincia di Savona ufficio Europa e cooperazione tel. 019.8313400
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